Loredana Massimi

Bambini, sono loro il nostro futuro

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Bambini, sono loro il nostro futuro

La scuola istruisce ma non educa.

Stavo cercando in internet degli spunti per scrivere qualcosa sui bambini riguardo la loro educazione, oggi, rispetto a quella degli anni ’50-’60 e ho trovato magicamente un articolo che mi ha lasciato senza fiato. 

Qualcuno le chiama “coincidenze” o “sincronicità”, io preferisco dire che quando sei in linea con te stesso ti capita di pensare una cosa, e poco dopo, questa, si materializza, il tutto senza sforzo. 

Tornando ai bambini e alla loro educazione, di una cosa ero certa, dai racconti che mio padre mi faceva delle sue esperienze scolastiche, a parte le “bacchettate” sulle mani, non erano poi tanto diverse dalle mie.

L’istruzione quella obbligatoria, gratuita e a carico dello Stato fin dal primo momento in cui nacque nel XIX secolo, ad oggi, non ha avuto cambiamenti. Tutte le “regole del gioco istruzione”  sono rimaste invariate. 

Come puoi vedere qui sotto le immagini di bambini in classe negli anni 50 paragonati a quelli dei giorni nostri, banchi a parte, non c’è grande differenza: seduti, in silenzio, fermi e con qualcuno che istruisce.

Scuola anni ’50

Scuola giorni nostri

Soffermiamoci sul significato delle parole e la loro origine “etimologica”. Si può notare la netta differenza tra istruire ed educare.

ISTRUIRE : dal  latino in-strùere – costruire, fabricare, AMMAESTRARE, ADDOTTRINARE, INFORMARE – trasmettere dentro qualcuno un’informazione esterna, in modo che sia compresa e memorizzata.

EDUCARE:  dal latino e-ducere e significa “tirar fuori” il potenziale interno di una persona, valorizzandone gli specifici talenti individuali

Facendo una ricerca su Google, siti esteri per l’educazione, il primo risultato è stato Siti esteri per l’istruzione – Miur

In Italia abbiamo il “Ministero della pubblica Istruzione“,  in America l’United States Department of Education, in Inghilterra il Department for Education, in Francia il Ministère de l’Education Nationale, de la Recherche et de la Technologie, in Spagna il Ministerio de Educación y Cultura.

Le domande che mi sono posta sono state:

Come mai da noi viene usata la parola istruzione?

Quali sono le origini della nostra istruzione?

Come mai i banchi sono messi in un determinato modo rispetto alla cattedra?

Che significato ha la campanella che sona alla fine delle lezioni?

Come mai i bambini “devono” restare fermi immobili e non chiacchierare durante le lezioni?

Qui sotto ti riporto un video dove troverai le risposte a queste domande spiegate da Sir Ken Robinson.

(fonte https://www.youtube.com/watch?v=SVeNeN4MoNU)

Penso che i bambini siano il nostro futuro e che il nostro compito è quello di aiutarli nella ricerca di loro stessi, nel fargli scoprire quali sono i loro veri talenti, la loro creatività, cosa amano, cosa gli piace. Osservarli, farli crescere, facendoli anche sbagliare, perché è il mezzo tramite il quale imparano a capire chi sono e qual’è il loro scopo nella vita. 

Il video di Sir Ken Robinson  che è qui sotto, espone una divertente e toccante argomentazione a favore della creazione di un sistema educativo che nutra la creatività (anziché metterla a repentaglio).

(Tratto dal TED Italiahttps://www.youtube.com/watch?v=K3uXSYQWAwA)

 

La domanda con la quale voglio lasciarti è questa: 

Come riusciamo a fare scoprire ai nostri bambini il loro talento, se ancora oggi non abbiamo scoperto chi siamo?

Loredana Massimi

 

 


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